Torna il volo supersonico. Se tutto andrà bene, nel 2030 anche i “civili” potranno riprendere a sfrecciare più rapidi del suono. Forse. Il condizionale è d’obbligo poiché la regia degli ambiziosi progetti non è dei colossi del settore, Boeing e Airbus, ma di senz’altro ingegnosi americani (Robert Bass e Blake Scholl) che, come vedremo, possono rischiare di fare il passo più lungo della gamba. L’aereo è il mezzo di trasporto più penalizzato dalla pandemia. I lunghi spostamenti e la necessità di stare, magari per ore, a distanza ravvicinata con altri, ne hanno tarpato le ali. La scoperta che una lunga e dispendiosa trasferta internazionale potesse essere sostituita da un facile meeting sul web, e il blocco quasi totale del turismo planetario, ha fatto il resto. Così, i giganti dell’aria sono rimasti con le gomme a terra. Una situazione sulla quale si dovrà lavorare a lungo per tornare ad una velocità di crociera. In realtà, il comparto era già un po’ in affanno rispetto ad altri per affrontare la transizione energetica ed approdare alla decarbonizzazione.
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I FRATELLI WRIGHT
L’auto è salita in cattedra, fa promesse virtuose a destra e a manca, molte delle quali già mantenute, attirando investimenti e attenzioni. Per far volare un bestione di 500 persone a 10 mila metri di altezza per 15 mila chilometri, invece, non resta che la combustione, al limite alimentata da carburanti non derivati dal petrolio. Il sogno delle “zero emission”, però, resta lontano. Eppure l’aviazione aveva avuto una partenza a razzo che poi si è clamorosamente arenata. Dal primo volo umano dei fratelli Wright nel 1903 alla prima trasvolata dell’Atlantico di Charles Lindbergh, in solitaria e no-stop, passò poco più di un ventennio. Niente. Un battito di ciglia per l’orologio della storia. I jet che ora solcano gli oceani sono solo una raffinata evoluzione del Caravelle o del DC 8. Macchine che spiccarono il volo negli anni 50, ma furono addirittura pensate e progettate il decennio prima. Discorso a parte è spostarsi in supersonico, un modo di andare da un punto all’altro più veloci del suono facendo un fragoroso boom all’esterno. Dopo anni di oblio questo tipo di navi fra le nuvole sembra che tornerà, ma per pochi e non prima di dieci anni. La cosa più sorprendente, però, è che le prestazioni saranno uguali o addirittura inferiori a quelle del Concorde, l’eccellenza tecnologica del ventesimo secolo. Il capolavoro umano di costruzione anglo-francese decollò per la prima volta nel 1969 (l’anno della luna) e fu ritirato dal servizio da Air France e British Airways nel 2003 penalizzato dall’unico incidente avuto nel 2000 in trent’anni di onorato servizio. A metterlo definitivamente a tappeto, però, furono i costi, l’autonomia e i problemi ambientali. Ora ci sono almeno due idee concrete, la più vicina delle quali al traguardo ha avuto un brusco stop proprio qualche giorno fa. Almeno per ora.
A BRACCETTO CON LA NASA
Pare che, dopo anni di studi e sperimentazioni, portate avanti in collaborazione anche con la Nasa, Aerion Supersonic, fondata nel 2003 dal miliardario texano Robert Bass, abbia alzato bandiera bianca mandando a casa tutti i dipendenti e rinunciando ai contratti con i prestigiosi fornitori. Tutto è avvenuto a fine maggio dopo che, solo a marzo, era stato definito il programma che prevedeva l’inizio delle attività produttive nel 2023 e l’entrata in servizio per i voli commerciali nel 2027. Almeno per il momento il fallimento è su tutto il fronte. Peccato. L’As2, così si chiama l’aereo abortito ad un passo dalla nascita, era un jet executive non adatto ai grandi voli di linea. Avrebbe trasportato da 8 a 12 passeggeri da un continente all’altro. Aveva tre propulsori della General Electric e, con 120 milioni a esemplare, garantiva anche la capacità di fumarsi carburanti “ecologici” e di sorvolare la terra ferma perché dotato della indispensabile tecnologia “boomless cruise”, priva del fastidioso “botto”. L’Aerion stava mettendo a punto sulle unità propulsive la mancanza del post-bruciatore. Un modo per rinunciare ad un po’ di performance a beneficio dei costi e dei consumi. Viaggia invece a pieno regime l’altra iniziativa che è più interessante perché è una copia quasi conforme del mito del secolo scorso.
SCHOLL L’EMULO DI MUSK
L’Overture, così si chiama il supersonico, lo sta realizzando la Boom, una start up fondata nel 2014 dal miliardario Blake Scholl emulo di Elon Musk quanto ad inventiva ed idee innovative. Il nuovo Concorde non dimostra affatto che sia passato oltre mezzo secolo dal debutto dell’originale. Certo il progresso della tecnologia ha portato i suoi vantaggi: materiali più leggeri e sofisticati, utilizzo di biocarburanti per alimentare la combustione e una decisa riduzione dell’inquinamento acustico. Le dimensioni esterne, la forma e la prestazioni appaiono una copia in carta carbone del Concorde, il re della stratosfera.
AUTONOMIA OLTRE 7 MILA KM
L’azienda con sede a Denver sta realizzando una nave lunga 62 metri (30 centimetri più lunga del mito) che potrà portare da 65 ad 88 passeggeri (il Concorde da 92 a 128) ad una velocità più controllata di 1,7 quella del suono (l’opera d’arte europea toccava i 2). Anche il range operativo dovrebbe essere simile (oltre i 7 mila km), ma con una maggiore flessibilità visto che avrà l’autorizzazione di sorvolare anche le zone abitate perché avrà gli accorgimenti per non fare “boom”. In pratica si potrà andare no-stop, non solo dall’Europa alla Grande Mela (in 3 ore e mezza), ma si potrà approdare senza scalo anche nel West, a Los Angeles e a San Francisco. La United, una delle più grandi compagnie aeree, ne ha ordinati 15 esemplari (più 35 opzionati) ma la prima a crederci è stata la nipponica Japan Airlines con 20 opzioni. In totale le prenotazioni nel cassetto sono 70. Overture farà il primo volo nel 2026 e dovrebbe entrare in servizio nel 2029. I motori realizzati dalla Rolls Royce gli consentiranno di arrampicarsi quasi a 20 metri (quasi il doppio dei jet classici) dove si vede un panorama simile a quello spaziale e anche la curvatura del globo. All’interno il comfort sarà molto più elevato, con solo due persone per ogni fila (tutte avranno un finestrino), tipo business class e non come un caccia come era l’affascinante Concorde.
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