Diego Campagnani, 22 anni, di Varese, in arte Crazy Fat Gamer, è un videogiocatore professionista. Ha vinto il Campionato italiano di Fifa 16 e Fifa 18, con cui ho potuto partecipare alla prima competizione internazionale. L’anno successivo è arrivato fra i primi quattro della Liga spagnola e nel 2020 e ha vinto la Fut Champions Cup 2, diventando il numero 1 al mondo di Fifa 20. Dopo aver vestito la maglia dell’Inter lo scorso anno, quest’anno, nella seconda edizione della e-Serie A Tim, il campionato ufficiale della Serie A di videogiochi, è passato al Milan.
Che cosa significa essere un gamer professionista?
«Lavorare sempre, cercando di migliorare per raggiungere determinati obiettivi che si fissano durante la stagione. Oltre a questo, anche lavorare sulla propria immagine è di vitale importanza quindi essere presente ed attivo sui social».
Ci racconta la sua giornata tipo?
«La mia classica giornata è sveglia verso le 10, colazione per poi uscire a fare delle commissioni, tornare in casa, pranzare e andare live dalle 14 fino alle 17, allenarsi cenare e dalle 21 allenarsi in live fino all’1 circa».
In che consiste un allenamento?
«Ci sono diversi tipi di allenamento, ci si può allenare contro altri pro testando moduli e tattiche oppure cercando di analizzare altre pro per poter “rubare” qualche segreto, da poter integrare con il proprio stile di gioco in modo tale da essere imprevedibile».
L’allenamento è anche fisico e mentale?
«Assolutamente sì perché comunque stando seduto per tante ore durante il giorno bisogna allenarsi per mantenere una buona salute mentale e rimanere sempre concentrato durante ogni sessione di allenamento».
Quando ha capito che poteva diventare Pro?
«Dopo la vittoria del campionato italiano di Fifa 18 che mi ha permesso di partecipare al mio primo evento internazionel (playoff Fifa 18 ad Amsterdam) insieme al mio team QLASH».
Come nasce il suo nickname?
«È nato (una sera) totalmente a caso su un generatore di nomi online, poi comunque era totalmente il contrario di me e quindi mi piaceva questa cosa, perché non sono né pazzo né grasso ma semplicemente un giocatore».
Ci descrive la sua “panchina” dalla quale guida il Milan?
«Gioco da camera mia, su una grande scrivania ad angolo, lunga più di due metri, costruita su misura. Sopra ci sono le coppe dei tornei e tre schermi da 24 pollici: uno per giocare a Fifa, gli altri due per gestire lo streaming».
Quanto guadagna un gamer? E quanto dura la carriera?
«Solitamente dipende molto dal videogioco su cui si è professionisti. Anche il mercato nazionale e della propria regione (EU/USA/Asia) fa la differenza. Diciamo che ai migliori Pro in circolazione garantisce da vivere. La carriere dura dai 16 anni fino ai 30/35 anni».
La cosa più importante quando si gioca?
«È rimanere concentrati e non perdere la pazienza (sopratutto per quanto riguarda Fifa, il fattore mentale è veramente fondamentale)». Un giocatore che non deve mai mancare nella sua squadra? «Cristiano Ronaldo».