«Innamorati di un chatbot in questa pandemia di solitudine»

Era il 1966 quando Joseph Weizenbaum, matematico e informatico tedesco, emigrato adolescente negli Stati Uniti d’America, mise al mondo Eliza, il primo chatbot della storia, aprendo un sentiero – quello dell’interazione tra uomini e macchine che si fingono umane – che, sessant’anni dopo, avrebbe portato a ChatGPT e a un esercito di altri chatbot oggi entrati prepotentemente nelle nostre vite. Ascolta: Terremoti, la Terra vista dal suo interno (nei 25 anni dell'Ingv). Tra allerte e scenari Guido…
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