Benvenuti nel futuro, mentre il mondo s’ingrigisce per guerre e crisi internazionali.
Il 13 aprile a Osaka, in Giappone, si aprirà l’Expo: sei mesi, 184 giorni in totale (i battenti chiuderanno il 13 ottobre), nel corso del quale l’intero pianeta parlerà di sviluppo, di sostenibilità, di qualità della vita. E – perché no? – anche di pace. Il motto dell’esposizione è “Delineare la società del futuro per le nostre vite”. Ci saranno 161 Paesi. E altri spazi saranno dei privati: delle grandi multinazionali della tecnologia, ma anche di realtà come Cartier che ha voluto dedicarlo alle donne e alle pari opportunità.

LA VISITA
L’area dell’Expo è nei 155 ettari dell’isola artificiale di Yumeshima: è la prima esposizione universale che, in sostanza, si tiene in mare. L’area del padiglione è circondata dal “Grand ring”, il grande anello di legno (che ha una circonferenza di 2 chilometri), che permette una passeggiata a 20 metri di altezza e che è stata realizzata usando una fusione tra metodi edilizi moderni e tradizionali tra cui anche le giunzioni Nuki, tipiche delle costruzioni dei templi e dei santuari giapponesi. L’opera ha ricevuto il riconoscimento del Guinness dei primati come la più grande struttura architettonica di legno. L’anello rappresenta la filosofia dell’Expo e il suo motto: “Uniti nella diversità”. All’ingresso, poi, la Hall con un tetto circolare luccicante d’oro che ricorda la Torre del sole dell’esposizione di Osaka del 1970, anno in cui si tenne la prima Expo in Asia e che divenne il simbolo della rapida crescita economica del Giappone. C’è una grandissima attesa anche perché durante le esposizioni universali sono state sempre presentate grandi innovazioni tecnologiche: accadde nel 1853 a New York quando il mondo conobbe per la prima volta l’ascensore, e poi a Filadelfia, nel 1876, con il telefono. A Osaka, nel 1970, fu la volta dei telefoni senza filo, delle auto elettriche, dei tapis roulant.
I PADIGLIONI
Ogni nazione cerca di presentarsi al meglio, con padiglioni progettati per cercare di attrarre non solo il turismo ma anche gli investitori internazionali. Il design del padiglione australiano celebra la fioritura dell'eucalipto e simboleggia la vivacità e la diversità del Paese. L’Austria, invece, ha una grande scultura a spirale che si eleva verso il cielo: sarà una partitura musicale costruita con assi di legno. Un omaggio alla creatività e alla musica. Il concetto del padiglione del Canada è invece quello della rigenerazione ed è ispirato allo scioglimento dei corsi d'acqua ghiacciati all'inizio della primavera. L'architettura esterna rappresenta un fenomeno naturale che si verifica in Canada, l’ice jam, che avviene quando il ghiaccio sulla superficie di un fiume si scioglie e scorre. Si avrà invece l’impressione di entrare in un rotolo di carta in bambù nel padiglione cinese. Con lo stesso materiale si va poi in Malaysia: qui si evoca l'eleganza fluida del tessuto iconico del songket. Al calare della notte, il padiglione si trasforma e proietta un bagliore che rispecchia l'opulenza scintillante dei fili d'oro e d'argento. Come messaggio di speranza per un futuro resiliente, il design del padiglione dei Paesi Bassi vede al centro un grande sole artificiale. Vuole essere la prova che un futuro è possibile grazie a un mondo basato su collaborazione, dialogo e sull'energia pulita, illimitata e accessibile.

Le note di Fryderyk Chopin risuonano nella sala concerti del padiglione polacco. La Svizzera si presenta con uno spazio realizzato da sfere interconnesse: si entra in un’area ultraleggera (da appena 400 chili in totale), che avrà come testimonial di eccezione Heidi, il personaggio della serie giapponese a cartoni animati ambientata proprio sulle Alpi svizzere. Una mezzaluna e una stella illuminate sopra l'ingresso del padiglione turco evidenzia l'orgoglio nazionale. All’interno c’è un’esclusiva installazione di alberi ricoperti di boro, a simboleggiare le ricche riserve del Paese dell’elemento chimico usato nei reattori nucleari, per le attrezzature aerospaziali, per le diverse produzioni industriali. Sembrerà di entrare in un canyon nel padiglione degli Usa: due schermi Led giganti proiettano le immagini iconiche degli Stati Uniti.

COSA CI SARÀ
Il Giappone sfodera il suo migliore biglietto da visita: la tecnologia. Imprese, università e centri di ricerca daranno l’occasione di aprire una porta nel futuro. Si comincia con le auto volanti: piccoli mezzi che permettono di arrivare saltando il traffico dei veicoli terrestri e che saranno presenti solo con voli dimostrativi. E poi ci sono gli ologrammi che si potranno toccare: grazie a un’intesa tra Niterra e l’Università di Tokyo si presenta un dispositivo che usa una tecnologia a ultrasuoni per toccare immagini che altrimenti sarebbero impalpabili. Ci sono anche giganti paperelle gonfiabili (come quelle, molto più piccole, che i bimbi usano nelle vasche da bagno) che possono trasformare le onde del mare in energia. Nel padiglione dedicato alle politiche della salute, le microalghe vengono invece descritte come il cibo del futuro. Proprio le alghe (che nel padiglione giapponese vengono presentate da Hello Kitty), permettono di produrre bioplastiche che diventano poi sgabelli grazie alle stampanti 3D. E a Osaka ci sono le piante bioluminescenti: sì, avranno foglie in grado di illuminarsi al buio. Alcune piante di tabacco sono state ingegnerizzate con geni di funghi e ora hanno foglie lucenti.

L’idea è quella di arrivare in un prossimo futuro ad avere alberi dalle foglie luminose da mettere lungo le strade delle città per la riduzione dell’uso di energia elettrica. Da alcune ricerche condotte proprio a Osaka arriva un cuore pulsante realizzato da cellule staminali. E le novità non finiscono qui. Il governo giapponese ha intenzione di voler esporre un meteorite (uno dei più grandi al mondo) raccolto da una spedizione giapponese in Antartide nel 2000. Sarebbe, secondo gli studiosi, un reperto del suolo marziano che indicherebbe la presenza, in passato, di acqua sul pianeta rosso.
I NUMERI
Gli organizzatori puntano a superare le 28 milioni di visite. In questi mesi la campagna di vendita dei biglietti è un po’ sottotono: dell’obiettivo di 14 milioni di ticket venduti al 5 marzo ne erano stati prenotati poco più di 8 milioni (meno del 60%). Comunque, sarà un’occasione ghiotta per l’economia giapponese. Secondo uno studio del Resona Research Institute, sul territorio cadranno spese per un trilione di yen tra viaggi, biglietti di trasporto, ristoranti, alloggi: più di 6 biliardi di euro.
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