Peugeot, la rivoluzione al posto di guida si chiama i-Cockpit: la sicurezza su tutto

Un salotto. Con tanto di “ponte di comando”. È stato così, per oltre un secolo, l’abitacolo delle automobili. Certo, con il passare del tempo ed il progresso, il posto guida un po’ è cambiato. Però mai sostanzialmente. Per un lungo periodo il sedile riservato al “pilota” è stato considerato una posizione privilegiata. Addirittura ambita. Sono entrate nell’immaginario popolare alcune colorite definizioni diventando dei luoghi comuni. Il “piacere di guida”, un insieme di emozioni vietate a chi era soltanto passeggero. C’erano vetture più travolgenti di altre. Fuoriserie, sportive, supercar. Ma, pian piano, tutti i brand sono andati a ritagliarsi un loro originale posizionamento di cui faceva parte anche il comportamento stradale del veicolo e le esclusive sensazioni che si provano impugnando il volante. Nella rivoluzione copernicana che l’automotive sta vivendo, fra rispetto ambientale, connessione totale e guida autonoma, si dice che, in un futuro lontano certe differenze non esisteranno più. Diventeremo tutti passeggeri e ci sposteremo in modo più economico, pulito e, soprattutto, sicuro. Non dimentichiamo che il target della mobilità del domani, oltre ad essere emissioni zero, è anche zero vittime della strada. Da ora ad allora, però, ne passerà di acqua sotto i ponti. Siamo appena al livello due su una scala di cinque nella corsa all’auto che si guida da sola. E, man mano che si alza l’asticella, gli sviluppi si complicano assai.

CASCO AL CHIODO

In più, i costruttori, attraverso ricerche e indagini, hanno avuto conferma di una loro teoria: non tutti sono disposti ad appendere il “casco al chiodo”. Anzi, sembra proprio che una parte consistente di automobilisti, non sia pronta a lasciare lo scettro del comando, anche quando la raffinata tecnologia lo consentirà. Inoltre, con l’avvento dei propulsori elettrici, l’auto vivrà una seconda giovinezza grazie alle performance (di tutti i tipi) sconosciute ai vecchi motori a combustione. Sia come sia, il “ponte di comando” rimane centrale. Sui più recenti modelli ha acquistato ulteriore importanza poiché è diventato un centro nevralgico dove confluiscono un’infinità di informazioni e da dove vengono impartiti molteplici comandi che richiedono di sentirsi a proprio agio per mantenere la concentrazione sempre elevata. Non c’è dubbio, un tempo era molto più semplice: uno sterzo, tre pedali e la leva del cambio. Oggi basta sfiorare il display centrale, accarezzate i pulsanti al volante o dare comandi vocali e si apre un mondo senza confini. La posizione di guida rimane in ogni caso fondamentale per avere sempre l’auto sotto controllo, non stancarsi durante il viaggio e poter manovrare con la massima nonchalance. Molte aziende hanno fatto un culto del posto guida, un habitat immediatamente riconoscibile anche bendati. Ferrari, Porsche, Jaguar per fare qualche esempio. La personalizzazione diventa più sbiadita nei brand di elevata produzione dove è più difficile intercettare i gusti precisi dei clienti. L’eccezione, però, c’è sempre. La Peugeot “pensa” posti guida da almeno tre secoli fa. Già lo faceva alla fine dell’Ottocento. Nel tempo le vetture del Leone Rampante si sono ritagliate un’immagine ben definita. Grandi viaggiatrici, “stradiste”, fatte per chi macina chilometri e trascorre molto tempo in macchina. Brillavano i valori dinamici, ma era fondamentale anche il comfort. Il tutto doveva essere filtrato in particolare dal ponte di comando, dal posto guida, dal cockpit, mutuando una definizione planata dall’aeronautica. Nel 2012 la svolta che, almeno all’inizio, è passata più inosservata della rivoluzione che scatenava. Dopo averci pensato (e studiato) per anni, i tecnici dal Leone hanno deciso che era arrivato il momento di introdurre un modo di guidare tutto nuovo. Una svolta tanto forte che poteva trasformarsi in un boomerang se non veniva metabolizzata.

VOLANTE PICCOLO

Oggi, a distanza di quasi un decennio, certe paure fanno sorridere poiché chi è abituato a guidare con l’i-Cockpit by Peugeot pare che non ne possa più fare a meno. In questi dieci anni l’invenzione è stata sviluppata e tarata rendendo consistenti i vantaggi che indubbiamente ci sono sulla carta. Vediamo sinteticamente che cos’è l’i-Cockpit che merita un approfondimento per scoprirne tutti i suoi segreti. Il nuovo posto guida fu introdotto nel 2012 con la precedente generazione della 208 e gli aggiornamenti più evidenti sono stati con la 3008 del 2017, quando venne adottata le strumentazione tutta digitale, e con la nuova 208 che portò al debutto la tridimensionalità. Con la new 308 che verrà lanciata dopo l’estate, l’i-Cockpit tocca la sua massima espressione, alzando e allargando il display centrale ora dotato di i-Connect Advanced, un sistema di infotainment intuitivo, connesso e decisamente moderno. Il dispositivo adotta anche i nuovi i-Toggles (pulsanti in stile pianoforte), che non sono più fisici, ma virtuali, riconfigurabili a piacimento per richiamare le funzioni preferite, ed ha anche i comandi vocali. La filosofia base dell’i-Cockpit prevede un volante dal diametro più contenuto, una strumentazione rialzata per poter essere guardata al di sopra della corona, direttamente in linea con l’orizzonte esterno, la strada.

Nella 308 è quasi sparito il pedale della frizione, così come la leva del cambio, o perché la motorizzazione è elettrica o perché lavora in coppia con l’eccellente automatico a 8 marce. Grazie alla potente servoassistenza dello sterzo ad induzione il volante è ancora più piccolo, più diretto e consente manovre più rapide senza muoversi troppo. Le braccia sono più in basso, per niente appese al volante. La vista, specialmente nei lunghi viaggi, è più riposata perché non richiede una continua variazione di messa a fuoco. Il posto guida si adatta a tutte le altezze, esalta il comfort e richiede un minimo di utilizzo per apprezzare tutti i vantaggi. Una volta memorizzato l’i-Cockpit, però, è veramente difficile farne a meno. Lo testimoniano gli oltre sei milioni di clienti altamente soddisfatti.

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