L'equilibrio si è spezzato. Il peso delle cose create dall’uomo è oggi maggiore del peso di tutti gli organismi viventi presenti sulla Terra, persone, alberi, animali.
E ogni vent’anni la massa di oggetti realizzati raddoppia. «Conosciamo da tempo le nostre responsabilità e questo non fa che aumentare il senso di colpa. Speriamo che tutta l’attenzione per i temi legati all’ambiente porti alla nascita di una diplomazia green», riflette l’architetto Mario Cucinella. La sua installazione “Design with Nature” sarà il cuore del Salone del Mobile di Milano ma anche l’ispirazione per la casa del futuro. «Possiamo immaginare un altro modo di costruire e realizzare prodotti in complicità con la natura, senza continuare a consumare materie prime ma attivando percorsi ecologici virtuosi», traccia la linea l’architetto.
LA TENDENZA
La sintesi andrà in scena nello spazio S.Project del Salone, che dal 7 al 12 giugno per la sua sessantesima edizione riunirà 2.000 espositori di cui il 25% dall’estero. È un rilevatore di tendenze e la principale novità è il ribaltamento di prospettiva: se un tempo era la casa a invadere e modificare lo spazio circostante, ora è l’esterno che con le sue forme, i colori e i materiali influenza l’arredamento. «La casa è diventata fluida, le funzioni si sovrappongono, il confine tra interno ed esterno si fonde», racconta Maria Porro, presidente del Salone. «E poi c’è il tema della luce, della trasparenza. Grande attenzione agli oggetti che illuminano la stanza e costruiscono gli spazi. Ma soprattutto il ritorno alla natura, per esempio con trattamenti che non coprono il legno. È una nuova sensibilità che abbraccia e accetta l’imperfezione come parte della vita. La transizione ecologica è già in atto e le aziende sono protagoniste di questo cambiamento». Due anni di pandemia hanno portato a una rivoluzione dei bisogni e non è dunque un caso se tra le voci di spesa che più hanno ripreso a crescere c’è quella legata al mondo del legno-arredo. Una filiera che nel 2021 ha raggiunto un valore di 39 miliardi di euro, 15 dei quali destinati all’export, con oltre 300 mila addetti e 71.500 imprese. L’ambiente che più è stato ripensato è quello della camera da letto, le cui funzioni si moltiplicano con scrivanie a scomparsa, letti che si nascondono in spazi libreria durante il giorno, armadi che si trasformano in separé. «Dobbiamo parlare di ecosistema domestico e cioè di un cambiamento molto profondo che durerà a lungo. Un insieme di tempi di vita, spazi e relazioni», spiega Francesco Morace, sociologo e fondatore di Future Concept Lab. «In casa non staremo più come prima, molte aziende stanno ricontrattualizzando il rapporto con i dipendenti che lavoreranno da remoto parte della settimana. È un cambiamento epocale e la casa si riorganizza. Diventerà il nuovo set della scena dove tutti noi reciteremo la nostra parte». Prima dello smart working in ambito professionale nessuno conosceva gli ambienti in cui viviamo e poiché sono «lo specchio dell’anima emerge un’attenzione nuova: non più l’esibizione di uno status symbol, piuttosto una dignità estetica anche sui complementi di arredamento», sottolinea Morace. Siamo tornati all’essenza degli oggetti che ci circondano, afferma Maria Porro, «riscopriamo il loro valore». È una nuova era, la casa entra in un’altra dimensione. Alla conferenza Next Design Perspectives di Altagamma la designer Lisa White ha anticipato la creatività del 2023: «Sarà la fine dell’epoca dei ritmi frenetici, ci sarà attenzione per i colori che favoriscono il nostro benessere». I toni naturali rifletteranno la crescente attrazione per la vita all’aria aperta, si imporranno sfumature stimolanti come il “giallo ottimista” e, dopo aver passato così tanto tempo davanti agli schermi, le cromie digitali. Come il digital lavender: «Calmo e rigenerante, sta bene nella vita reale così come negli arredamenti più futuristici».
© RIPRODUZIONE RISERVATA