Settimana europea della mobilità sostenibile: fondi e progetti, la strada giusta è questa

Chiusi i lavori della “European Mobility Week”, la settimana europea della mobilità fortemente voluta dalla Commissione europea e promossa nel nostro Paese dal ministero della Transizione ecologica (Mite) attraverso l’Ispra, è il momento di interrogarsi su quanto l’evento ha inciso rispetto alla mission originale.

L’iniziativa dedicata a come muoversi (soprattutto nelle città) è infatti arrivata alla ventesima edizione, caratterizzando l’intero inizio del terzo millennio.

Si tratta di una manifestazione “diffusa”, radicata nel territorio e che quest’anno ha visto partecipare 2.738 grandi e piccole di 47 Paesi, non solo del nostro Continente. Dopo la pandemia, i lockdown, l’isolamento e le restrizioni, quest’anno si è parlato della necessità di riconnettersi e di sviluppare connessioni sempre più efficaci. La sfida ora è di creare non solo nuove sinergie tra persone e luoghi, ma anche tra gruppi di persone con uno stile di vita green. Così Adina Vălean, la Commissaria europea per i Trasporti: «Ogni città ha le proprie peculiarità e le soluzioni migliori sono quelle che meglio rispondono alle esigenze dei cittadini». Non a caso in campo sono scese amministrazioni pubbliche, aziende, associazioni e attivisti che, durante l’arco dell’evento, hanno organizzato giornate senza auto, festival ciclistici e laboratori. Dalla “Giornata nazionale del Bike to work”, andare al lavoro pedalando, al “Car free day”, la giornata mondiale senz’auto, pensata per porre l’accento sul problema del traffico e della disparità dei diritti fra i vari utenti che si muovono sulle strade. Lo sviluppo di sistemi di mobilità più connessi, sostenibili e resilienti è al centro anche della strategia del Mims, il ministero delle Infrastrutture. «Con la mobilità sostenibile puntiamo a creare più connessioni sul territorio e ad accelerare il processo di decarbonizzazione dei trasporti previsto dal programma europeo Fit for 55. In dieci anni l’Italia può svoltare», ha spiegato il ministro Enrico Giovannini a MoltoFuturo. Un auspicio non facile ad avverarsi, visto che le emissioni dei trasporti interni dell’Unione europea invece di diminuire sono addirittura aumentate dello 0,8% nel 2018-2019. Nondimeno, Giovannini non demorde e per sensibilizzare maggiormente i cittadini sul tema, durante la Settimana della mobilità ha autorizzato l’esposizione nei corridoi di maggior passaggio di dipendenti e visitatori di alcune tra le più significative foto dell’”Appennino Bike Tour”.

 

 

LE RISORSE

Il Mims negli ultimi 18 mesi ha calato a terra investimenti aggiuntivi per oltre 94 miliardi di euro messi allo scopo di migliorare la mobilità in tutto il Paese. Oltre alle risorse del Pnrr sono state utilizzate quelle del Piano nazionale complementare, dell’ultima legge di Bilancio e del Fondo sviluppo e coesione. E, ultim’ora, il Dl aiuti ter ha stanziato 100 milioni aggiuntivi per il trasporto pubblico locale e altri 100 per le imprese di autotrasporto per mitigare gli effetti del caro carburante. Non solo è stato esteso il bonus trasporti con una tantum di 150 euro. Grazie alle decisioni assunte durante il governo Draghi nei prossimi anni verranno realizzati 700 chilometri in più di ferrovie ad alta velocità e di linee regionali, soprattutto al Sud. In arrivo 1.800 chilometri di piste ciclabili urbane ed extraurbane. E 216 chilometri in più di nuove metro, tranvie e busvie. Le risorse per la mobilità urbana sono pari a 8,7 miliardi di euro. Per l’acquisto di autobus a basse emissioni (anche a idrogeno) sono previsti stanziamenti per complessivi tre miliardi.

Ecco i pilastri della strategia per realizzare sistemi di mobilità più efficienti, equi, accessibili e sostenibili: definire una pianificazione a medio-lungo termine degli interventi per la mobilità sostenibile; accrescere gli investimenti per infrastrutture e sistemi di mobilità sostenibili; decarbonizzare i trasporti, migliorare la sicurezza, ridurre le disuguaglianze territoriali; riformare il settore dei trasporti e migliorare la governance della mobilità. Più nel dettaglio, la cura del ferro per lo shift modale passa per esempio attraverso il potenziamento e la riqualificazione di 6.500 chilometri di rete ferroviaria. Sul fronte del trasporto privato, incentivi all’acquisto di veicoli ecologici. Per quanto riguarda il trasporto marittimo, hanno la precedenza in questa fase l’elettrificazione delle banchine e gli incentivi alla navigazione verde.

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