Si può trasformare la lotta per l’ambiente in una sfida quotidiana alla portata di tutta la famiglia? Assolutamente sì. Dai nonni, ai bambini: tutti possiamo contribuire, senza necessariamente trasformarci in super-eroi. Le nostre azioni possono generare un cambiamento più grande della somma delle singole parti. Aurélien Barrau astrofisico francese che da anni si batte per l’ambiente, nel libro “Ora” (Add editore) parla di “attivismo frattale” che si propaga e ripete su scala sempre più grande. Come si può, dove si può. A scuola, in casa, sul posto di lavoro, in piazza, coinvolgendo sempre più persone. Le possibili azioni sono tante, e partono… dalla colazione.
CENA (QUASI) VEGETALE
Almeno il 14,5% delle emissioni globali di gas serra che provocano il surriscaldamento globale è causato dagli allevamenti intensivi. Non solo: metà della superficie della terraferma è usata per l’agricoltura, di cui tre quarti servono a produrre mangime per gli allevamenti. Ecco allora che la dieta “plant-based”, o vegana, è un modo per ridurre il proprio impatto. Niente carne, uova, pesce o latticini. Potete anche seguirla solo due pasti su tre, come suggerisce lo scrittore americano Jonathan Safran Foer nel suo libro “Possiamo salvare il mondo, prima di cena” (Guanda). Si “risparmierebbero” all’ambiente gli stessi gas serra salvati da un vegetariano.
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ZEROWASTE, SENZA SCARTI
Per ridurre la produzione di rifiuti si può sperimentare invece una vita “zerowaste”, dove l’immondizia è ridotta al minimo. Uscire di casa sempre con un sacchetto in tela riutilizzabile è il primo passo. Ci sono poi le merci sfuse, dalla frutta al mercato al detersivo. Potete arrivare all’estremo di Stevie Van Horn, giovane newyorkese capace di contenere anni di rifiuti in un barattolo di vetro. Ma ogni via di mezzo è buona per evitare gli eccessi di plastica e imballaggi. Perché solo il 9% di tutta la plastica prodotta è stata finora stata riciclata, e un buon 79% è da qualche parte nel mondo tra discariche, oceani e terreni. Per i rifiuti organici si può creare un compost (anche in terrazza, se manca il giardino). E a proposito di immondizia: tra i ragazzi si è diffusa una sfida sui social. La #TrashChallenge: scegliere la via di casa, una piazza, una spiaggia e ripulirla da cima a fondo, pubblicando la foto del prima e del dopo.
UN GIORNO A PIEDI
Il trasporto privato è una delle più importanti fonti di emissioni di gas serra e inquinanti (dalle polveri sottili al diossido d’azoto). Limitare i viaggi in aereo è una delle scelte che riducono di più la nostra impronta. Ma anche scegliere di non usare l’auto solo un giorno a settimana servirebbe: se fatto regolarmente un giorno ci renderebbe più “leggeri” del 14%, senza contare il miglioramento della qualità dell’aria, che potrebbe ridurre quelle quasi 500 mila morti premature in Europa a causa dello smog registrate nel 2018. Non è tutto verde ciò che luccica, però: non basta qualche piccola mossa per sentirsi in pace con la coscienza. Bisogna ripensare molti aspetti della propria vita, dai fornitori di energia elettrica, agli elettrodomestici, dai voti ai politici, agli investimenti in banca. Insomma, non basta un primo passo ma ne servono tanti. Il punto di arrivo è una cultura “eco-centrica” che raggiunge tutti gli aspetti delle nostre vite, trasformandoli per il meglio.
Cambiare il mondo stando seduti sul divano
Documentari e serie
Informarsi è il primo passo per diventare consapevoli. Si può fare anche davanti alla tv, grazie alla grande offerta di documentari on-demand. Su Rai Play è arrivata la serie “Earth – La natura del nostro pianeta”. Su Disney+ c’è il catalogo mozzafiato del National Geographic. Su Prime Video è arrivato in esclusiva il documentario “I am Greta” sulla giovane attivista svedese Thunberg. Su Netflix c’è l’offerta più diversa, anche se sparpagliata: “The game changers”, sugli ultra-atleti vegani, “Chasing coral” sulla morte dei coralli, o l’imperdibile “A life in our planet” con il divulgatore inglese David Attenborough.
Acquisti online
Per i regali, o per gli acquisti personali ci sono tante alternative italiane e sostenibili ai grandi siti di e-commerce. C’è Bookdealer per i libri, che vengono consegnati da una fitta rete di librerie indipententi. Su Gioosto si trovano prodotti alimentari di qualità, prodotti per la cura del corpo, oggettistica varia: tutto solidale e selezionato da piccole aziende. Il Vestito Verde è uno shop online per una moda di qualità che va contro l’idea di “fast-fashion”. L’aveare che dice sì invece organizza delle consegne di gruppo per frutta, verdura e miele. LaSaponaria, infine, è un laboratorio artiginale di cosmesi vegana.
Alberi da adottare
Online possiamo compensare le nostre emissioni tramite le tante aziende sociali che danno la possibilità di “adottare” alberi e piantarli a distanza. Treedom è uno dei servizi più grandi al mondo, ed è nato in Italia. Oppure ZeroCO2, che affida le piante a famiglie di agricoltori sud americani, così da lasciar loro i frutti che ne derivano. Vaia invece piantuma alberi in Trentino, nella foresta distrutta dalla tempesta del 2018. Ci sono anche le onlus dedicate all’ambiente e al clima a cui si possono fare donazioni dirette o tramite il 5×1000: come Italian Climate Network, molto attiva con i giovani e le donne.