Smartphone sempre più flessibili: ecco le ultime novità "pieghevoli"

La piega prenderà piede ma serve pazienza per tornare a sentire il brivido dell’effetto Wow. A farlo resuscitare sarà lo smartphone col display flessibile, le dimensioni che cambiano, le cerniere che permettono di giocare con le forme, aspetti che vanno oltre il marketing perché riempiono il bisogno di novità innescato dalla sequenza di smartphone troppo simili che ogni anno arrivano puntuali a moltiplicare fotocamere e a velocizzare i tempi di ricarica. L’esigenza di reimmaginare il telecomando della nostra quotidianità è evidente ma realizzarla significa ricerca, sviluppo e investimenti a tanti zeri per rivoluzionare un prodotto e affinare i dettagli: dagli schermi Oled ai sistemi di apertura e chiusura fino alle componenti da piazzare all’interno di un dispositivo in cui convivono più anime e forme mutevoli, il lavoro è lungo e privo di riferimenti, perché di smartphone flessibili ce ne sono ancora pochi sul mercato.

IL DEBUTTO

Apparsi per la prima volta due anni fa, secondo i dati di Gartner i modelli con la piega venduti nel 2020 sono stati poco più di 3 milioni, su un totale superiore a 1,3 miliardi. Un inizio a rilento dovuto a due fattori preminenti: il prezzo troppo alto (si parte da 1.399 euro) e all’apparenza poco giustificato per prodotti ancora acerbi quanto a vantaggi evidenti o funzionalità utili ed esclusive. Si tratta di limiti consueti quando una nuova tecnologia si affaccia sul mercato, perché nel futuro a breve e medio termine gli smartphone pieghevoli disponibili aumenteranno e saranno acquistabili a cifre più contenute.

Tre nuovi modelli arriveranno da Samsung, leader assoluta del segmento (con una quota di mercato dell’87%, come riportato dal report di marzo della società di ricerca Display Supply Chain Consultants) perché è stata la prima azienda a proporre telefoni con schermi flessibili ed è pure quella che consente di scegliere tra più opzioni. Da una parte il Galaxy Z Fold 2 (con schermo esterno di 6,2 pollici e quello interno che appare aprendo il dispositivo che sale a 7.6 pollici), dall’altra lo Z Flip, caratterizzato dal design a conchiglia e un display che arriva a 6,7 pollici e sfrutta una cerniera che permette di mantenerlo aperto in differenti angolazioni, replicando quanto avviene con il monitor di un computer portatile.

 

 

FINE ANNO

Nella seconda metà dell’anno arriveranno le novità dei coreani, con l’ampliamento della serie Z Fold che andrà a pensionare la famiglia Galaxy Note e una versione più economica dello Z Flip 2, che con un cartellino sotto i 1.000 euro potrebbe favorire una rapida crescita ai pieghevoli.

Ha già mostrato le sue carte anche Huawei, che a fine febbraio ha presentato Mate X2, l’erede del primo pieghevole rinnovato nel design con lo spostamento della cerniera dall’esterno all’interno, così da poterlo aprire come un libro e garantire maggiore protezione al display principale da 8 pollici di un dispositivo impeccabile a livello hardware (con schermo esterno di 6,45 pollici che a primo impatto lo rende identico a uno smartphone tradizionale), su cui pesa l’obbligata e prolungata rinuncia alle applicazioni di Google, specie perché per averlo servono più di 2.300 euro.

Novità a stretto giro si attendono da Motorola, che per forme e design con il Razr 5G ha riportato in voga il vecchio omonimo campione d’incassi e nei prossimi mesi bisserà l’esperimento con un modello più rifinito nella costruzione e ricco a livello software.

In rampa di lancio c’è Oppo, che ha sorpreso con lo schermo arrotolabile di Oppo X 2021, capace di aumentare e ridurre le dimensioni da 6,7 a 7,4 pollici passando da smartphone a tablet e viceversa con lo sfioramento del tasto laterale.

Non mancherà al tavolo del nuovo corso neppure Xiaomi, prossima a calare un tris inedito, e chissà se lo farà conservando la priorità nel rapporto qualità-prezzo che gli ha permesso di diventare il terzo produttore al mondo. Sullo sfondo rimane Apple, che sta vagliando il da farsi sul possibile iPhone F (che sta per Foldable, “pieghevole” in inglese): non sappiamo se e quando comparirà sul mercato, ma l’idea degli analisti è che possa rivelarsi la carta vincente per l’ascesa degli smartphone flessibili su scala mondiale.

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