Da qualche tempo anche i cantieri nautici hanno preso l’abitudine di inserire nei bilanci una voce legata agli investimenti sull’eco-compatibilità e sui risultati preventivati e ottenuti. Il comparto è però ancora lontano dai progressi compiuti nell’automotive e si va avanti in ordine sparso. Se qualcosa di buono è stato fatto lo si deve in buona parte alla diffusione delle barche dislocanti, le più lente (e meno assetate di carburante) del panorama nautico. Lo ha ammesso, al recente Salone di Cannes, l’avvocato Alberto Galassi, ceo di Ferretti Group, osservando che «l’ibrido e l’elettrico non avanzano come nel mondo dell’auto, prestazioni e autonomia restano lontane dalle esigenze di chi naviga. In futuro – ha aggiunto – potrebbe affermarsi l’idrogeno, ma per ora il settore è indietro. E sul fronte dei materiali prima o poi dovremo liberarci della vetroresina».
SANLORENZO
Meno indietro, in verità, è Sanlorenzo, che proprio a Cannes ha annunciato un accordo con Siemens Energy mirato allo sviluppo di soluzioni per l’integrazione della tecnologia fuel cell sugli yacht tra 24 e 80 metri. Passi avanti sono stati compiuti anche in casa Azimut-Benetti, e infatti la vicepresidente Giovanna Vitelli ha ricordato di recente che l’impegno sulla sostenibilità è stato premiato dal mercato e che su ricerca e sviluppo il gruppo ha stanziato oltre 100 milioni in tre anni. Ma il vero apripista, in questo campo, è stato Arcadia, cantiere schieratosi tout court a sostegno dell’eco-compatibilità sin dalla nascita, nel 2008. L’attività è stata impostata infatti su yacht eco-friendly dislocanti e capaci di generare energia con l’impiego di pannelli solari: scelte di fondo che in alcuni casi hanno comportato riduzioni dei consumi e dei costi di gestione tra il 30 e il 50%. Interessante, ancorché lontana da una possibile produzione, è la proposta del Centrostiledesign, azienda emiliana guidata da Davide Cipriani, creativo con il pallino dell’innovazione. Si chiama Future-E, è un concept virtuale che prefigura una barca di 5,20×2 metri in grado di navigare su foil a impatto zero: zero CO2, zero rumore, zero onde. È invece già realtà il C8 Candela importato dalla Svezia, motoscafo di 8,50 metri con autonomia di 50 miglia a 22 nodi, ma capace di volare sui foil fino a 30 nodi: è stato tra le attrazioni del Salone di Cannes, dove è stato dedicato uno spazio esclusivo alle barche elettriche o ibride.
PROPULSIONE RICICLABILE
Sul fronte dei fuoribordo la novità del momento è di Yamaha, che al recente Salone di Genova ha presentato in anteprima mondiale l’innovativo sistema di propulsione elettrica Harmo, adatto a natanti fino a 6,4 metri e ha presentano l’Enviromental Plan mirato al 2050 che prevede una graduale riduzione delle emissioni nocive, uso di materiali riciclabili, attività educative e lo stanziamento di fondi per sostenere enti e associazioni impegnate a favore della tutela dell’ambiente. Ma interessanti sono anche i micro elettrici di una moltitudine di aziende spuntate come funghi su un mercato tutto da scoprire. Leader è la tedesca Torqeedo, che ha sfondato il muro delle 100.000 unità vendute. Vale la pena ricordare però che si tratta di motorini per kayak, canoe, tender, gommoncini e, in genere, imbarcazioni leggere, adatte a navigare nelle aree marine protette o nei laghi. E infatti sono piuttosto diffusi in Svizzera, dove l’impegno per la navigazione lacustre green è talmente forte che è stata appena inaugurata, a Lugano, una linea di trasporto a emissioni zero riconvertendo in elettrico la motorizzazione di una motonave del 1931.